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La felicità non è un treno in faccia

Il 20 di Marzo è stata la giornata mondiale della felicità ed essendo una bellissima giornata di sole che anticipava l’ingresso della primavera, ed essendo particolarmente felice per il periodo che sto attraversando, mi sono alzato dal letto molto pimpante.

In quella particolare giornata, sono andato insieme ad Ilaria in ospedale per effettuare una visita di controllo a nostra figlia, e vedendo una infermiera molto allegra, socievole e che aveva in mano una coloratissima penna con un cappuccio enorme a forma di fiore, con un gran sorriso le esclamo: “ma che bel modo di festeggiare la giornata mondiale della felicità”.

Lei di colpo cambia atteggiamento, si abbassa leggermente gli occhiali da vista e alzando lo sguardo per fissarmi negli occhi, replica con voce ferma e profonda: “Cos’è la felicità, io non ci credo alla felicità. La felicità è un’invenzione, pensa che in molte lingue, la parola felicità non esiste”.

Mentre l’infermiera iniziava a parlare, subito ho capito il tono della risposta, e mi sono sentito come se stessi fermo sulle rotaie in una stazione ferroviaria ed ascoltassi il messaggio che il treno che sta per sopraggiungere non fermerà in questa stazione e…..BAAAMMM!!! mi prende a tutta velocità.

Non so nemmeno da dove iniziare per rispondere a delle affermazione così secche e categoriche.

Ed in realtà non le ho risposto. Le ho solo detto che la felicità esiste e va ricercata dentro di noi, non fuori.

Ora posso solo fare delle allusioni al motivo della sua risposta e posso ipotizzare che come tante altre persone lei era nella trappola del pensare che la felicità va cercata in ciò che ci circonda e non dentro di noi.

Cercarla fuori è un po’ come l’ubriaco che cerca sotto la luce di un lampione la chiave che ha appena perso altrove. Ma ci ammonisce dicendo che lì è più facile cercarla, trascurando il fatto che riuscire a trovarla è impossibile.

Questa analogia calza alla perfezione all’immagine di chi vuole trovare la felicità credendo che la si possa scorgere nel possesso di oggetti piuttosto che alienandosi in attività non costruttive che in realtà ci tolgono tempo prezioso per svolgere cose di più alto valore.

Avere una bella auto, vestire in un certo modo, fare una vacanza ci procura un piacere che non va in profondità, non arriva a renderci persone costantemente felici. Giocare ai videogiochi, vedere un film, assistere ad un concerto, sono tutte attività che ci procurano una felicità momentanea. L’effetto finisce non appena termina l’attività.

Per avere una felicità più profonda e duratura, dobbiamo agire le nostre potenzialità. Ecco perché la vera felicità si cerca dentro e non può arrivare da fuori.

Mentre usiamo le nostre potenzialità, stiamo facendo quello che più ci piace e che sicuramente ci riesce meglio.

Pensa ai bambini mentre giocano, a te stesso mentre ti occupi del tuo hobby preferito oppure mentre sei immerso nello svolgere un’attività che ti fa dimenticare dell’orologio. Se ci rifletti bene, in quei momenti sei sinceramente felice, e la felicità te la porti dietro anche ad attività finita perché, quando con la mente ritorni a quei momenti, ti si stampa in volto un lieve sorriso di compiacimento.

Riconoscere quello che più ci piace, che di sicuro è attinente con una o più delle nostre potenzialità, e poi farlo è di sicuro una delle chiavi che ci garantiscono la felicità.

Di certo vedere un film o giocare con lo smartphone, solo per fare un esempio, è molto più facile che non prendere l’auto per andare in montagna a scalare. Ma se quella fosse un’attività che ha a che fare con una delle tue potenzialità, come capirai da solo l’effetto sarà molto diverso.

Non che non sia giusto svagarsi di fronte ad un bel film o perdersi qualche minuto ai videogiochi. Ma quando attività simili sono il sostituto di altre che potrebbero arricchirci come potenziale umano e psicologico, allora siamo nella red zone.

Per concludere, vorrei dire a quell’infermiera nella speranza che mi legga, che la felicità è un diritto di nascita e tutti possiamo essere felici se ci sintonizziamo con noi stessi e sappiamo cercare cosa realmente ci serve per esserlo.

Tu sei nella “trappola” della felicità effimera o sei felice in quanto nella tua vita fai tutto quello che vuoi?

Lasciami un tuo commento per dirmi cosa ne pensi. Oppure contattami per sapere come cercare ed allenare le tue potenzialità.

With Love

M.C.

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