Trasformare la paura in coraggio per affrontare il covid-19
Sembra che siano passati decenni dai festeggiamenti di capodanno 2020, invece la paura ha radicalmente cambiato la nostra vita da allora.
Era proprio ieri che eravamo tutti a preparare i nostri bravi propositi per l’anno a venire, ed ecco che, in meno di un batter di ciglia, tutti i nostri progetti devono essere posticipati o addirittura annullati.
Credo che siete tutti d’accordo nel pensare che nessuno poteva prevedere la condizione attuale a distanza di soli 3 mesi.
Ecco, proprio la velocità con cui si è passati da uno stato di “tranquillità” a quello di emergenza con misure da post esplosione di bomba atomica, obbligando milioni di persone alla stregua di un carcere domiciliare, ha creato non poca ansia e le successive paure.
Per carità, tutto lecito, ma non eravamo preparati. Una cosa è sapere cosa ci fa paura e pianificare un piano d’azione per affrontarlo, una cosa è essere calati in una condizione paurosa senza avere tempo di pensare.
Poi, vuoi per l’indecisione su che tipo di manovra emanare, vuoi per la notevole diffusione di cattiva informazione che fa da contrappeso alla poca diffusione di quella buona, vuoi che una mandria di imbecilli si divertono a pubblicare fake news per dare lustro alla loro inutile esistenza, vuoi che le info arrivano più da artisti di spettacolo e presunti “vip” da cabaret che da professionisti conclamati, vuoi…quello che vuoi, il cambio di paradigma è stato così repentino che la paura ha preso il sopravvento.
Ad ogni modo, è anche naturale che la paura stia attanagliando l’Italia intera. Il momento che stiamo vivendo è probabilmente il peggiore dal dopoguerra.
Va ricordato, per chi non lo sapesse, che la paura è una emozione primaria, ed è la risposta fisiologica che abbiamo di fronte ad un presunto pericolo. Per cui, iniziamo a consideriamola una nostra alleata.
Ho detto “presunto pericolo” perché la paura non è legata solidalmente ad un pericolo, ma al pensiero che noi abbiamo di esso.
Ad esempio si ha paura degli squali grazie ai tanti film ed alle storie che arrivano dai media, ma non delle alci che, a causa degli attraversamenti stradali, causano molti più morti all’anno per incidenti rispetto agli squali. Dovrei avere più paura di un alce che di uno squalo, ma delle alci non so nulla per cui non ne percepisco il potenziale pericolo.
Se io e mio figlio di 4 anni incontriamo un serpente, quasi sicuramente io avrei un balzo di paura prima di realizzare cosa fare, mentre lui lo prenderebbe per la coda per giocarci. Io ho la sensazione del potenziale pericolo, lui no.
Il numero degli omicidi e dei crimini violenti è sempre in diminuzione, ma noi crediamo di vivere in una società sempre meno sicura.
La paura è irrazionale, e mettitelo in testa, è legata alla percezione che abbiamo di un pericolo, ma non al pericolo stesso.
Io la ritengo con molta probabilità, la più importante delle emozioni, perché ci mette appunto in allarme dai pericoli reali o presunti. Lo sviluppo e la sopravvivenza del genere umano è stata possibile grazie ad essa. Posso affermare che senza la paura quasi sicuramente ci saremmo già estinti.
Quale paura ti sta spaventando di più in questa situazione?
Assodato che il coronavirus oggi è alla base delle paure che stiamo vivendo, qual è il pericolo che più di altri ti sta spaventando nei confronti del covid-19?
Il virus, la quarantena, l’incertezza della fine di tutto, i risvolti economici/politici/sociali, la morte, la sofferenza, la forzata interruzione della propria routine, lo stare a stretto contatto solo con famigliari, la nostra vulnerabilità, la velocità con cui si è sovvertito tutto… la lista è infinita.
Qual e la tua paura specifica?
Te lo chiedo perché la conoscenza allontana la paura.
Un mio pensiero recita:
“La paura, per essere sconfitta, va trasformata in coraggio, e la sottile differenza tra coraggio e incoscienza, risiede proprio nella conoscenza”.
Se non conosci il tuo nemico, come lo affronti? Se non conosci il campo di battaglia, come pensi di vincere?
Per conoscenza intendo due cose:
- La prima è appunto conoscere nel senso di identificare qual è il pericolo specifico in seno a quella paura
- La seconda è conoscere nel vero senso della parola. Informati il più che puoi su quella cosa specifica, studia, leggi ed approfondisci.
Oggi sicuramente il comune denominatore è il coronavirus.
Quanto sai di covid-19 e di virus in generale?
Non dirmi che guardi la TV e ascolti i “consigli degli esperti”. Ti sto chiedendo quanto ne sai tu dalle tue ricerche. Non possiamo sempre delegare agli altri la condotta della nostra vita. Non si può solo sperare che arrivino soluzioni da altri, rigettando poi ad essi gli eventuali fallimenti.
Questo non significa non fidarsi di nulla e sbrigarsela da soli, ma solo verificare come stanno le cose importanti. E quando si parla della propria salute credo che nessuno possa obiettare se dico che è importantissima.
Esattamente come quando devi stipulare una nuova assicurazione e ti informi sulla più conveniente, oppure quando devi comprare un nuovo smartphone e studi le varie caratteristiche dei singoli modelli, oppure un’auto nuova, e via di seguito. Per la salute, dovrebbe essere lo stesso.
Non fermarti solo a ciò che senti, ma abbi la responsabilità di andare a verificare come stanno esattamente le cose, anche se arrivano da fonti considerate autorevoli. Anche perché, fin troppo spesso, le cosiddette “fonti autorevoli”, hanno pareri diametralmente opposti.
Conoscere significa assumersi la responsabilità della propria vita e di quella dei propri cari. Significa ricostruire le verità attraverso il corretto posizionamento delle tessere del puzzle. Significa approfondire determinati argomenti in modo da conoscerne le basi e poter ragionare con la propria testa e non con quella degli altri. Significa quindi, poter accettare poi con più serenità, e quindi senza paura, molte delle sfaccettature che la condizione coronavirus ci sta facendo vivere.
La TV, in questo momento è in difficoltà perché siamo di fronte ad una situazione anormale. Per cui, cercando di fare il suo mestiere di informazione, parla di morti, parla di restrizioni, parla di protocolli, manda immagini di medici, di ospedali, di bare, di desolazione. Da essa arrivano “brutte” notizie e “brutte” immagini.
Impariamo a prenderne le giuste dosi. Impariamo a nutrire bene la nostra mente, perché noi diventiamo ciò che immettiamo nel nostro organismo, e non parlo di solo cibo. Se metto dentro spazzatura, divento spazzatura. Soprattutto in questo periodo, due ore di lettura o di ricerche, ti possono donare un capitale enorme.
Anche perché, senza conoscenza, potremmo cadere nel grosso errore che noi esseri umani siamo naturalmente portati a commettere. Sto parlando di quell’errore che trasforma un semplice disagio prima in una paura, poi in un impedimento vero e proprio, per poi arrivare fino all’attacco di panico. Sto parlando della nostra naturale tendenza a voler controllare le emozioni come la paura.
Il tentativo di controllo, non fa altro che aumentare la paura. Si innesca un vero e proprio effetto paradosso, in cui più tento di controllare la paura, più essa aumenta. Il tentativo di controllare cognitivamente una emozione, la fa aumentare di intensità.
Vorrei concludere questo articolo con un piccolo esercizio. Io sono un grosso fautore di una frase attribuita a Nelson Mandela, ovvero:
“Nella vita o si vince o si impara”
In fondo una lezione la portiamo sempre a casa.
Questo cambio di prospettiva ci aiuta a trasformare una difficoltà in una opportunità, a tutto beneficio della nostra salute mentale e della nostra autostima.
Tu cosa stai imparando da questa esperienza?
Prendi un tuo taccuino, un quaderno, oppure scrivi delle note sul telefono. Ripensa a questi giorni passati a casa e segna dapprima tutto quello che hai imparato finora. Poi, ogni sera dopo cena, magari lasciando il tuo taccuino sul comodino, scrivi cosa hai imparato in quella giornata di quarantena. Fanne proprio un percorso, una vera e propria miniguida, che sarà utile a te ed ai tuoi cari in ogni momento di sconforto.
Billy Graham, diceva: ”Quando si perde la ricchezza, non si perde nulla; quando si perde la salute, si perde qualcosa; quando si perde il coraggio, si perde tutto”.
Prendi in mano le redini della tua vita, prenditi la responsabilità di imparare cosa sta accadendo per poter vivere più serenamente anche un momento di difficoltà come questo, anche perché…forse non lo sai, ma in natura esiste la paura ma non il coraggio.
La paura guardata in faccia si trasforma in coraggio. Guarda in faccia la tua paura.
Massimiliano Cilli